Si sono svolte domenica in Serbia le elezioni parlamentari anticipate, per il rinnovo del parlamento locale nella provincia di Voivodina e per le amministrative in 65 Comuni, compresa Belgrado. Secondo i primi dati parziali, il Partito del presidente Vucic è in testa con il 46,6% dei voti. Segue l’alleanza d’opposizione Serbia contro la violenza con il 23% dei voti, mentre il Partito socialista serbo ha ottenuto il 6,9% dei voti. L’affluenza alle urne è stata superiore al 55% degli aventi diritto.
Tuttavia, l’opposizione ha denunciato presunte irregolarità nel voto. Si è parlato dell’arrivo di autobus e auto private dalla Bosnia-Erzegovina con cittadini serbo-bosniaci per votare illegalmente, aggressioni a elettori dell’opposizione e altre irregolarità durante le operazioni di voto. Queste denunce hanno sollevato preoccupazioni sull’integrità del processo elettorale.
Il risultato deludente alle elezioni ha causato tensioni all’interno del Partito socialista serbo. Il suo leader, Ivica Dacic, non esclude le sue dimissioni dalla guida del partito. In una dichiarazione, Dacic ha affermato di non essere soddisfatto del risultato e di essere disposto a farsi da parte se necessario per trovare un nuovo leader per il Partito socialista serbo.
Nonostante le difficoltà interne, il Partito socialista serbo è pronto a continuare l’alleanza di governo con il Partito del progresso serbo, guidato da Aleksandar Vucic, se il partito lo vorrà. Questa alleanza ha governato la Serbia negli ultimi anni e sembra che potrebbe continuare nonostante i risultati elettorali. Resta da vedere come l’opposizione reagirà alle denunce di irregolarità e quale sarà il futuro politico del paese.
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